I nostri primi 40 anni

  • Come nasce l’impresa Main. 
  • La professione di operatore funebre nel tempo è diventata sempre più specializzata.
  • Il futuro delle onoranze funebri? È in mano ai giovani. 

 

Era il 1981 quando Luigi Romani, insieme alla moglie Luigina, avviò l’attività di famiglia. Main servizi funebri nasce da un sogno, dalla volontà di garantire un futuro alla famiglia e riuscire a supportare concretamente la comunità.

 

Le origini di Main  

 

“Facevo l’infermiere professionale in una struttura ospedaliera che contava 40 posti letto ad Arzignano – racconta Luigi Romani –. Spinto dalla suora, responsabile del reparto, decisi di intraprendere un percorso lavorativo diverso, che, non nascondo, non è sempre stato facile. La mia fortuna è stata quella di poter contare sulla mia famiglia e soprattutto mia moglie e i miei colleghi”. Era l’inizio degli anni ’80 e questo tipo di professione, soprattutto in alcuni territori, non era così diffusa, nonostante ve ne fosse una reale necessità. “Studiavo la sera e grazie ai miei colleghi, che con i cambi turno mi hanno permesso di frequentare i corsi, sono riuscito a specializzarmi in questo campo e ad aprire la mia realtà”. 
Oggi, l’impresa funebre Main è gestita da Davide, figlio di Luigi, che ammette: “Da mio padre ho imparato il sacrificio, l’essere sempre disponibile per riuscire a dare aiuto a chi si trova ad affrontare un momento così difficile come la dipartita di un proprio caro. Esserci sempre significa essere di aiuto alla comunità”. 

 

Come è cambiata la professione 

 

Un lavoro complesso sotto diversi punti di vista: dalle competenze, che non si apprendono solo con ore di corso ma serve fare esperienza, all’aspetto umano. Infatti, per svolgere questo lavoro è necessario possedere una certa sensibilità per sapersi approcciare ed essere di supporto alle famiglie che si trovano ad affrontare un momento difficile. “Il nostro è un lavoro che richiede molta pazienza, educazione e sacrificio – commenta Luigi  – È importante che le persone che si rivolgono a noi possano sentirsi al sicuro, sollevati da incombenze sia di gestione sia burocratiche e che possano in quel momento dedicarsi al loro dolore. In questi 40 anni ho visto molti giovani iniziare un percorso in questa professione, ma solo pochi sono rimasti. È un lavoro che contempla molto sacrificio e dedizione – ribadisce –: bisogna avere pazienza ed essere il più possibile discreti. Dobbiamo pensare che entriamo nelle case delle persone nel momento peggiore”. Una professione che nel tempo è diventata sempre più specializzata. Questo anche grazie a un aumento della domanda da parte della società che ha visto un incremento notevole della nascita di aziende funebri. 

 

Alla ricerca di nuovi collaboratori 

 

Un mestiere, quello dell’operatore funebre, che richiede nuove forze. Un settore in crescita che, però, fatica a trovare nuove leve. “I giovani credono che questo sia un mestiere troppo lontano da loro – conclude Romani –. In realtà, è più vicino e utile di quanto ci si aspetta. Richiede, certo, molta volontà. È un mestiere che s’impara facendo, osservando e soprattutto ponendo attenzione ai dettagli. Sono proprio questi che fanno la differenza e che nel corso di questi anni ci hanno permesso di acquisire sempre più fiducia da parte delle persone che si rivolgono a noi. Non possiamo permetterci di sbagliare, perché abbiamo a che fare con situazioni che lasciano profonda tristezza. Umanità, rispetto e competenze sono i tre ingredienti che ci permettono oggi di farci scegliere per restituire dignità a un defunto e consentire il miglior ultimo saluto possibile”.