La vestizione della salma, tutto quello che c’è da sapere

 

  • La vestizione e la preparazione della salma consentono di restituire un aspetto più sereno e naturale al caro estinto. 
  • Composizione del corpo, manipolazioni di occhi e labbra e pulizia: tutti i passaggi della preparazione della salma.
  • Il momento della vestizione è importante e delicato, ed è bene che la famiglia sia supportata da un team di professionisti.
  • Dagli Etruschi ai giorni nostri: l’importanza del come vestire un defunto nei secoli.
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Un abito per l’eternità


Come vestire un defunto? È una domanda che nessuno si pone ma che si è costretti ad affrontare. E’ un momento molto particolare e carico di significato. Non si tratta, infatti, solo di una mera vestizione della salma e di un atto preparatorio in vista del funerale o del commiato. È, a ben vedere, un passaggio di consegne, in cui si affida la persona amata all'eternità. In realtà, la vestizione è solamente la parte finale di una lunga procedura. Un processo che include le pratiche di lavaggio e pulizia del corpo, affinché esso appaia il più naturale possibile. Ma non solo. Prima di arrivare alla vestizione sono necessari altri passaggi, che vogliamo illustrarvi in questo articolo.

 

Restituire un caro con un aspetto sereno


La vestizione della salma è una pratica che va a rispondere a un’esigenza fondamentale dei familiari. Come già evidenziato, attraverso l’operazione si cerca di restituire loro il  caro con l’aspetto più composto e sereno possibile. Spesso, infatti, la salma presenta lividi, ecchimosi o ferite, specialmente in caso di incidenti o lunghe malattie. 

Rendere il caro presentabile per il momento dell’ultimo saluto però è tutt'altro che semplice. Si tratta di un’operazione che richiede personale competente e in cui nulla può essere lasciato al caso. La pratica si divide in due momenti: la preparazione del corpo e la vestizione vera e propria. 

 

La preparazione della salma


Prima della scelta dell'abito però, è necessaria la preparazione della salma. Rappresenta forse il passaggio più delicato, ma  importante che deve essere svolto da professionisti con abilità specifiche. Sono diversi i momenti che caratterizzano la preparazione di una salma:

  • la composizione del corpo, azione resa difficoltosa in caso di rigor mortis. A tal proposito è fondamentale attuare delle manipolazioni necessarie a distendere o roteare gli arti; 
  • la manipolazione di occhi e labbra;
  • la pulizia della salma, che viene lavata accuratamente. 

Spesso, in questa fase, vengono effettuati interventi di tanatoprassi. Si tratta di una tecnica che, tramite l’iniezione di un particolare liquido, permette di conservare il corpo integralmente. 

 

Come vestire un defunto


Il momento della vestizione è l’ultima operazione. Si tratta di un processo che va a completare quanto già fatto in fase di preparazione della salma. La vestizione si articola in:

  • la scelta dei vestiti e degli accessori che accompagneranno il caro nell’ultimo viaggio. In questo casa è la famiglia che gioca un ruolo fondamentale, aiutata e supportata dall’agenzia funebre;
  • la tanatoestetica, ovvero tutto ciò che riguarda la cosmesi del defunto. Essa è essenziale nel rendere il caro estinto il più presentabile possibile;
  • la posa all’interno della bara, per essere trasportato durante l’ultimo saluto.

In questo delicato momento, per i familiari è importante avere il supporto e l’esperienza di professionisti del settore

La vestizione nella storia


La vestizione del defunto è una questione che arriva da lontano che accompagna l'uomo da sempre. Ai tempi degli Etruschi, ad esempio, la tomba era concepita come una vera e propria casa per dare conforto al defunto nella vita ultraterrena. Per questo veniva dotata di un corredo di abiti, ornamenti e oggetti d'uso quotidiano. Anche i Longobardi erano soliti seppellire i cari assieme a un ricco corredo funebre. Addirittura, nel caso della dipartita di un soldato, questi ultimi, deponevano accanto al defunto anche le spoglie del suo cavallo. Alcune usanze si sono protratte anche in epoche più recenti. Infatti, fino al secolo scorso, era prassi mettere nelle mani o nelle tasche della giacca del defunto delle monete. Secondo la tradizione cristiana, queste sarebbero servite per pagare il passaggio sul traghetto del fiume Giordano.