L’addio a un parente o ad un amico è un momento intriso di spiritualità e ricordo. Ogni società interpreta i tipi di sepoltura in modo diverso, con usi e tradizioni dalla storia talvolta lunghissima.
Addio e omaggio
L'ultimo saluto a una persona cara è un momento doloroso. È, però, anche un'occasione preziosa. Per rivivere i momenti vissuti assieme, per ripercorrere le tappe della sua vita, per condividerne il ricordo. Il tipo di sepoltura, quindi, rappresenta un omaggio, e il modo in cui esso avviene rispecchia anche la cultura di appartenenza, le usanze e il credo.
I principali tipi di sepoltura
Nonostante nel mondo le tradizioni siano molto diverse, oggigiorno possiamo ricondurre le pratiche e i tipi di sepoltura a tre principali categorie:
In Italia, nel 2019, per la metà dei defunti (50%) si è optato per la tumulazione. Cremazione e inumazione, dati Istat, sono state scelte rispettivamente dal 30% e dal 18% delle persone. Un dato interessante riguarda la cremazione, la cui percentuale è più alta al Nord, complice anche una maggiore diffusione degli impianti. Negli ultimi anni si assiste comunque a un graduale aumento delle cremazioni, dovuto sia al periodo di pandemia sia a un cambio, lento ma costante, nelle preferenze delle persone.
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La sepoltura per inumazione
Vediamo ora come avvengono questi tipi di sepoltura, considerando che le pratiche amministrative necessarie possono variare da Comune a Comune. Tra i tipi di sepoltura, l’inumazione è quello più strettamente legato alla terra. Lo svela il nome stesso, che contiene la parola latina humus (terra). Il defunto viene posto in una cassa di legno leggero, sistemata in una fossa all’interno di un’apposita area del cimitero. La bara viene poi ricoperta di terra, e solo dopo 6 mesi si potrà installare una lapide definitiva sulla tomba. Occorre, infatti, dare modo al terreno di ricompattarsi dopo la sepoltura. Generalmente i Comuni stabiliscono un periodo di sepoltura di 10 anni. Allo scadere, si potrà scegliere se collocare i resti in un ossario, in un loculo o in una tomba di famiglia.
La tumulazione
Optando per la tumulazione tra i vari tipi di sepoltura disponibili, la bara viene riposta in una nicchia o in una struttura costruita ad hoc, per un periodo di circa 20 anni. Se alla scadenza i resti non sono completamente decomposti, si potrà tumularli di nuovo o cremarli. La tumulazione in tombe di famiglia, cappelle o tombe private permette un po’ più di libertà nel personalizzare l’opera per il defunto. Per poter intraprendere questo percorso, però, bisognerà prima ottenere la concessione da parte del Comune.
La cremazione
La pratica della cremazione prevede che, subito dopo il funerale, religioso o laico, la bara venga portata al forno crematorio per la riduzione in cenere. Le ceneri vengono poi sistemate in un’urna sigillata. I famigliari potranno scegliere se tumularla, tenerla in casa oppure disperdere le ceneri.
Per quanto riguarda la dispersione, ottenuto il nulla osta, si potrà scegliere il luogo più adatto, magari uno a cui sono collegati i ricordi della persona cara. Ci sono, però, alcuni limiti per chi volesse spargere le ceneri in natura, come quello di evitare i centri abitati, e di tenere la distanza da costruzioni o da barche, nel caso la dispersione avvenga in mare.
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Riti e significati diversi, in Italia e nel mondo
A seconda della storia e delle radici culturali di una società, il momento dell’addio può essere vissuto in maniera intima, solenne o talvolta conviviale. Vediamone alcuni esempi.
La sepoltura per i cattolici
Per la religione cattolica, la celebrazione del funerale e la successiva sepoltura sono occasioni di profonda ritualità. La comunità si stringe attorno alla famiglia del defunto per celebrare l'abbandono della vita terrena e il ricongiungimento con Dio. In questo senso, si rivive il mistero della morte e della resurrezione di Cristo.
La cerimonia laica
Funzione e sepoltura restano un momento solenne anche per i non credenti. Chi sceglie una cerimonia laica ripercorre così, in modo personale, la vita del defunto. Momenti di riflessione si alternano a ricordi e musica in un luogo, come una casa funeraria, scelto dai familiari, e che quindi diventa simbolico.
Abbiamo visto fin qui i riti a noi più familiari, ma ogni cultura ha regole e modi precisi sul funerale e sui tipi di sepoltura. C’è chi, ad esempio, lo fa con una festa o con un rinfresco funebre, come nei paesi anglosassoni. Nei riti orientali, generalmente, si portano offerte ai morti e si predilige la cremazione, pratica, ad esempio, proibita nel mondo islamico. In altri paesi, come la Finlandia, il funerale e la sepoltura avvengono anche 4 settimane dopo la morte, per dare modo alla famiglia di alleviare il dolore iniziale.
Storia antica e recente: pratiche di sepoltura fino a oggi
Se potessimo fare un salto nel tempo, scopriremmo come i popoli, storicamente, abbiano interpretato il momento della sepoltura in modi grandiosi e talvolta originali. La classe sociale, le imprese del defunto mentre era in vita e i miti sull’aldilà si riflettono in opere e in usanze arrivate fino a noi.
L’inumazione come simbolo di onore o status sociale
Secondo Plinio e Cicerone, l’inumazione era la pratica più antica a Roma, insieme alla cremazione. Il congiunto, una volta sepolto, veniva venerato come antenato. La cerimonia funebre dava un’idea precisa dello status sociale della famiglia: camere sepolcrali decorate per i membri dell’aristocrazia, tombe scavate in terra per le classi sociali più povere.
Dall’altra parte del mondo, invece, gli indiani d’America usavano adagiare il defunto con la testa rivolta verso occidente, insieme a un corredo di oggetti utili per il suo viaggio nell’aldilà. La tribù dei Comanche, in alcuni casi, seppelliva con tutti gli onori i morti in battaglia, in una fossa sott’acqua.
Dagli Egizi fino anni ’20: esempi maestosi di tumulazione
Nel corso dei secoli, i popoli antichi ci hanno lasciato grandi esempi di tumulazioni per la morte di persone più o meno eminenti. Angoli naturali particolarmente scenografici o, al contrario, intimi e nascosti hanno fatto da scenario a opere d’arte ancora ben conservate. L’esempio più famoso sono le ricchissime tombe egizie, ricavate nella roccia della Valle dei Re, oppure costruite in forma di piramide, con la camera sepolcrale nascosta in un labirinto di cunicoli.
Anche gli Etruschi erano soliti scegliere la pietra come dimora eterna: le loro tombe avevano l’aspetto di una casa, arredata e completa degli oggetti utili alla vita ultraterrena. Le più conosciute sono le tombe a tumulo, ma altrettanto diffuse erano quelle a fossa e ipogee (scavate nella roccia).
Per rimanere, invece, più vicino ai nostri tempi, quella del Milite Ignoto nell’Altare della Patria (1921) è un esempio maestoso di tumulazione moderna.
Antica Grecia e India, la cremazione come passaggio
La cremazione è un rito dalle radici antichissime: già i Greci usavano fare delle pire, e raccogliere poi le ceneri del defunto in un’urna decorata. Nei giorni prima della cremazione veniva inserito un obolo nella bocca del defunto perché lo consegnasse a Caronte, colui che traghettava le anime nel regno dei morti.
Al giorno d’oggi, la cremazione è la pratica di gran lunga prevalente nei paesi orientali come Giappone, Hong Kong o Corea del Sud. In India, ad esempio, migliaia di persone ogni anno confluiscono a Varanasi, sulle rive del Gange, per bruciare le spoglie dei loro cari; questo assicurerebbe ai defunti l’entrata nel paradiso di Shiva.