Reversibilità della pensione al coniuge in caso di scomparsa. Cosa è cambiato nel 2022

Per la reversibilità della pensione al coniuge, il 2022 è stato un anno ricco di novità normative.

  • La pensione viene riconosciuta anche al coniuge separato senza diritto agli alimenti. 
  • Ora anche i nipoti orfani a carico del defunto possono beneficiare della pensione diretta o indiretta.
  • Il partner unito civilmente ha gli stessi diritti del coniuge, mentre il convivente di fatto rimane escluso dell'assegno pensionistico.
  • Quest’anno sono stati introdotti dei nuovi limiti alle decurtazioni della pensione per cumulo di reddito.

Reversibilità della pensione al coniuge, un anno di cambiamenti   

In tema di reversibilità della pensione al coniuge, il 2022 è stato un anno ricco di novità. Diverse sentenze hanno, infatti, introdotto dei significativi cambiamenti alla materia che riguardano il coniuge separato senza alimenti, i nipoti orfani, ma anche le convivenze di fatto e la decurtazione per cumulo di reddito. Si tratta di aggiornamenti normativi che s’inseriscono in un processo di costante adeguamento della legge alle mutate esigenze della società. Del resto, sono passati 83 anni da quando, nel 1939, un decreto regio istituiva la pensione di reversibilità. 

Pensione di reversibilità, tra storia e attualità

La pensione di reversibilità è un provvedimento solidaristico che, all’epoca, era pensato per tutelare le vedove e i figli minorenni non in grado di percepire un reddito proprio. Nel corso dei decenni, questo trattamento pensionistico ha permesso di valorizzare il legame familiare al di là delle avversità della vita. Nel frattempo però la società è cambiata, trasformando il concetto stesso di famiglia. Il legislatore ha quindi dovuto adeguare la normativa alla nuova realtà sociale. Quest’anno, come anticipato, una serie di interventi giuridici ha modificato la normativa della reversibilità della pensione, risolvendo alcune questioni aperte e i relativi dubbi interpretativi.

Cosa cambia per il coniuge separato o divorziato 

Per la reversibilità della pensione al coniuge separato è avvenuto un cambiamento rilevante. Infatti, fino al 1° febbraio 2022 veniva riconosciuta la pensione di reversibilità solo a chi percepiva un assegno di mantenimento. La circolare INPS 19/2022 ha equiparato per la prima volta tutti i separati. Quindi, la reversibilità della pensione è ora estesa anche a chi, per colpa o con addebito, non ha diritto agli alimenti. Le domande respinte in passato possono essere riesaminate su richiesta degli esclusi, purché non vi sia già una sentenza passata in giudicato.

Per il coniuge divorziato, invece, non cambia molto. La Corte di Cassazione ha ribadito che il diritto alla reversibilità della pensione esiste solo se: 
 

  • l’ex coniuge non si è risposato; 
  • l’inizio del rapporto di lavoro, da cui sono maturati i contributi del defunto, è antecedente alla fine del matrimonio; 
  • al momento del decesso, il coniuge superstite era già titolare di un assegno con importo liquidato dal giudice nella sentenza di divorzio. 

Altri beneficiari oltre al coniuge 

Il diritto alla reversibilità della pensione al coniuge si estende anche ai figli minorenni e ad altri parenti. Ciò è il frutto di un incessante percorso di aggiornamento normativo, che nel corso degli anni ha ampliato la platea dei beneficiari. La condizione fondamentale è che queste persone vivessero a carico del defunto al momento della sua scomparsa. La lista dei beneficiari comprende quindi: 

 

  • figli maggiorenni fino ai 21 anni se iscritti a corsi professionali e fino ai 26 anni se sono studenti universitari; 
  • figli di qualunque età inabili al lavoro;
  • genitori del defunto che hanno superato i 65 anni senza essere titolari di pensione; 
  • fratelli celibi e le sorelle nubili, inabili al lavoro e privi di pensione. 

 

Quest’anno, con la sentenza 88/2022, la Corte Costituzionale ha esteso il diritto anche ai nipoti maggiorenni orfani e agli inabili al lavoro che vivevano a carico del defunto. 

Unioni civili e reversibilità della pensione

La legge Cirinnà del 2016, che ha sancito l’istituzione delle unioni civili, ha esteso il diritto alla reversibilità della pensione anche ai partner uniti civilmente. Anche a loro spetta una pensione diretta (ovvero una percentuale della pensione maturata dalla persona scomparsa) oppure indiretta, se il lavoratore defunto non era ancora andato in pensione, ma aveva versato per almeno 15 anni i contributi previdenziali. 

Rimangono escluse dalla reversibilità le coppie di fatto che non hanno formalizzato la loro unione. Come ribadito dalla Cassazione, la sola convivenza non è un requisito sufficiente per accedere al trattamento pensionistico. Ciò è valido anche se il decesso è avvenuto prima dell'entrata in vigore delle unioni civili.

Decurtazione della pensione di reversibilità per cumulo di reddito

Chi è titolare della reversibilità della pensione al coniuge può percepire anche altri redditi, sia da lavoro dipendente che da lavoro autonomo. In presenza di queste entrate, viene però ridotto l’importo dell'assegno pensionistico. Le riduzioni, come stabilito dalla legge 335/1995, sono calcolate prendendo come riferimento la pensione minima erogata dall’INPS per tredici mensilità. Questo importo è soggetto a rivalutazioni annuali e per il 2022 è pari a 523,83 euro al mese. Qualora il reddito del superstite superi di tre, quattro o cinque volte la pensione minima, vengono applicate rispettivamente delle riduzioni dell’assegno del 25%, 40% e 50%. 

Questo meccanismo è stato recentemente oggetto di una sentenza della Corte Costituzionale², che ha deliberato che la decurtazione della pensione di reversibilità non può superare l’importo del reddito cumulato

Come richiedere la reversibilità della pensione alla scomparsa del coniuge

La richiesta della reversibilità della pensione al coniuge rientra tra le pratiche burocratiche da affrontare a seguito della scomparsa del congiunto. Formalmente, la domanda deve essere inoltrata all'INPS entro 30 giorni dalla scomparsa. La richiesta può essere formulata in tre modi:  

 

  • attraverso il portale online MyINPS, a cui si può accede tramite SPID;
  • telefonicamente, chiamando il contact center al numero 803.164 da rete fissa (gratuito) o al numero 06.164.164 da cellulare (con tariffa variabile a seconda dell’operatore telefonico);

 

In alternativa, vista la complessità della materia, è possibile affidarsi a intermediari dell'Istituto o a enti di patronato. Anche alcune agenzie funebri forniscono dei servizi di consulenza, in questo modo riescono ad assistere il cliente anche nello svolgimento di queste delicate pratiche burocratiche. 

 

 

 

NOTE

 

¹ Per approfondire: Circolare n° 19 del 01-02-2022

² Sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 della Corte Costituzionale