Riti funebri nel mondo: una panoramica


 

  • I riti funebri nel mondo rappresentano una risposta umana alla morte: celebrano la vita del defunto e permettono ai familiari di affrontare la perdita.
  • Le cerimonie funebri si sono adattate ai tempi moderni, ma conservano delle tradizioni antiche tramandate di generazione in generazione.
  •  In molte culture, specialmente quelle Europee e del Nord America, la religione ha un ruolo significativo nella definizione dei riti funebri.
  • Alcuni riti funebri nel mondo coinvolgono intere comunità e durano settimane, mentre altri seguono regole più rigide che ne riducono i tempi. 

Commemorare i defunti e affrontare il lutto

Sin dall’antichità, l’uomo ha cercato una risposta alla morte sviluppando rituali che potessero onorare il defunto e, allo stesso tempo, aiutassero ad affrontare il lutto e il dolore della perdita. Col tempo, religioni e credenze hanno influenzato la modalità di svolgimento dei riti funebri nel mondo, che si sono sviluppati diversificandosi da un Paese all’altro e adattandosi ai tempi.

Europa: dalla Novena spagnola al Keening irlandese

Per la nostra panoramica sui principali riti funebri nel mondo, partiamo dall’Europa. La religione cristiana e quella protestante hanno svolto un ruolo significativo nella definizione dei riti funebri continentali.


 

  • In Spagna e in Portogallo, parenti e amici si riuniscono per 9 notti consecutive dopo la morte del defunto per pregare, condividere storie e ricordi. Questa tradizione prende il nome di Novena.
  • In Irlanda viene ancora praticato il KeeningSi tratta di un rito della tradizione celtica che vuole che le donne della famiglia e della comunità si riuniscano intonando lamentazioni funebri ritualizzate. Inoltre, è consuetudine porre un nastro nero sull’abitazione del defunto per indicare che qualcuno è morto in quella casa.
  • Nell’Europa dell’Est, per esempio in Romania, durante il funerale vengono poggiati sulla bara oggetti personali del defunto come vesti, oggetti, cibi e bevande preferite. Questo per “accompagnarlo” nel suo viaggio verso la vita eterna.


In Islanda, invece, è tradizione seppellire il corpo del defunto in una tomba di pietra decorata con motivi artistici e simbolici: è detta stecak. È un tipo di arte funeraria che commemora la vita del defunto e ne preserva la memoria.


 

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La grande varietà dei riti funebri in Asia

Proseguiamo il nostro viaggio tra i riti funebri nel mondo andando in Asia, dove è ampia la  gamma di tradizioni e credenze religiose. In generale, molte culture asiatiche considerano la morte un momento di transizione verso un’altra forma di vita.
Se la preparazione del corpo per la cerimonia è fondamentale, la sua conservazione non è così importante. Per questo, si prediligono la cremazione o altre pratiche alternative. È il caso del Giappone dove si crede che, attraverso la cremazione, il corpo assuma una forma più “facilmente accettata” nell’Aldilà. Le ceneri vengono conservate in urne all’interno di santuari domestici o in cimiteri dove i famigliari possono recarsi per pregare e offrire doni.

Anche gli Indù conservano le ceneri dei defunti e, in alcune parti nel Sud del Paese, le utilizzano per costruire templi e santuari, mescolandole a pietra, argilla e sabbia. Questa pratica si chiama Shiva Panchayat Ana

 

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Il rogyapas tibetano è tra i riti funebri nel mondo più particolari

Restando in Asia, molte tradizioni funerarie induiste riflettono la sacralità del fiume Gange e l’importanza della purificazione del corpo e dell’anima. Le comunità vicine al fiume seppelliscono i defunti lungo le sue sponde oppure spargono le ceneri nelle sue acque.

Anche nella religione Sikh il corpo viene cremato, ma senza alcuna cerimonia funebre perché, secondo la credenza popolare, l’anima si reincarnerà in un altro corpo subito dopo la morte. Analogamente, la comunità buddista della Mongolia e gli abitanti del Tibet credono nella trasmigrazione delle anime. Dopo la morte, il corpo del defunto viene sezionato da un cerimoniere rogyapas per poi essere dato in pasto agli avvoltoi. Questa pratica, che alle nostre latitudini può sembrare macabra, viene considerata un ultimo atto di generosità da parte del defunto verso la natura.

La religione islamica, invece, prevede l’inumazione che, per tradizione, deve avvenire entro 24 ore dal decesso. La preparazione della salma prevede il lavaggio del corpo, ghusl, e il suo avvolgimento in un lenzuolo bianco chiamato kafan. L’inumazione deve avvenire in un luogo consacrato dove il corpo del defunto viene orientato verso La Mecca.

In Africa i riti funebri possono durare settimane

La grande eterogeneità religiosa dell’Africa giustifica la presenza di molteplici riti funebri che fondono la tradizione antica con elementi religiosi del cristianesimo e dell’islam. Le cerimonie funebri sono parte integrante delle tradizioni culturali di molte società. I riti funebri africani si contraddistinguono per le diverse durate: da pochi giorni a settimane intere, soprattutto quando la scomparsa di una persona coinvolge l’intera comunità. Per esempio, in Ghana e in Nigeria vi sono cerimonie molto articolate con canti, processioni e balli. In altre parti del continente, invece, come in Kenya, i riti funebri sono meno elaborati: i parenti si riuniscono in preghiera e la sepoltura avviene entro pochi giorni dalla morte.
In Madagascar si celebra un rito funebre tra i più singolari: il famadihana o “ritorno dei morti”. Nei mesi da giugno a settembre vengono esumati i resti degli antenati di famiglia, avvolti in un drappo di seta e aspersi con profumi e vino. Le salme vengono, quindi, poste sulle spalle dei discendenti, che danzano con loro. I famigliari possono, così, pregare e piangere, ma anche chiedere consigli ai defunti. Dopo la cerimonia, le salme vengono nuovamente inumate in attesa del prossimo famadihana.


 

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Riti funebri in America: tra tradizione e modernità

Come negli altri continenti, anche in America le tradizioni legate ai riti funebri sono molto varie. I riti più popolari, praticati principalmente al Nord, sono legati alla religione cristiana, ebraica e musulmana. Nel Nordamerica, le culture indigene hanno mantenuto le loro cerimonie. È il caso del popolo nativo dei Navajo, che avvolge il defunto in un tappeto sacro insieme ad altri oggetti simbolici come un cucchiaio di legno e una ciotola d’acqua.

Nel Centro America, invece, i riti funebri spesso si concludono in processioni lungo le strade. In Messico, per esempio, si celebra El Día de los Muertos, una festa nazionale con cadenza annuale dove si celebrano i defunti con offerte di cibo, fiori e candele. In questi giorni si dice che i defunti tornino in vita per celebrare con i vivi.

La varietà dei riti funebri si esalta in Sudamerica. Nelle Ande, per esempio, le comunità indigene praticano ancora la tradizione del Chullpa, in cui le tombe dei defunti sono costruite a forma di torre. In  alcune regioni del Perù, i corpi mummificati dei defunti vengono conservati all’interno delle case delle famiglie.

Da notare, poi, come negli Stati Uniti (e non solo) il tema della sostenibilità stia affacciandosi anche in questo campo. In vari Stati, dalla California a New York, alcune società specializzate offrono anche la possibilità del compostaggio umano. Nota anche come terramazione, questa pratica consiste nella riduzione organica del corpo nel suolo. Si tratta di un processo naturale che evita l’impiego di forni, limitando consumi energetici ed emissioni di Co2, e che consente di dare vita anche dopo la morte.


 

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Riti funebri in Oceania 

Chiudiamo il nostro focus sui riti funebri nel mondo facendo tappa in Oceania. Come per gli altri continenti, anche i riti funebri a queste latitudini sono numerosi e diversificati. In molte isole dell’Oceania, è tradizione realizzare copricapi di foglie intrecciate chiamati lei per decorare la bara del defunto. Si costruiscono con fiori o foglie simbolici che rappresentano l’amore, la pace e la speranza.

Una delle culture più famose del continente australe è quella Maori: in Nuova Zelanda, i defunti vengono sepolti in luoghi sacri, chiamati urupa, ornati con sculture e monumenti in onore dei defunti. La cerimonia viene spesso accompagnata da tributi haka, la danza tipica delle popolazioni indigene.
In alcune parti, come sull’Isola di Samoa, i funerali acquisiscono grande rilevanza sociale e durano diversi giorni. Durante la cerimonia, la famiglia del defunto offre cibo e bevande ai partecipanti e si consola con balli e canti in onore del defunto.
A Bali, invece, si preferisce la cremazione che qui prende il nome di ngaben. La salma viene depositata in un sarcofago di carta e legno a forma di bue o di tempio. Per gli abitanti dell’isola, la cremazione è un momento di festa: durante la cerimonia, l’anima del defunto viene liberata e resa disponibile per la reincarnazione. Le ceneri vengono raccolte in un cocco e disperse in mare durante una seconda cerimonia.