Lavorare in un’impresa funebre? Un’opportunità (per tutti)

  • Lavorare in un'impresa funebre era (e resta, spesso) avvolto in un alone di superstizione. In realtà, il settore funebre italiano è un mercato in salute e in espansione, foriero di tante occasioni d’impiego per candidate e candidati di tutte le età.
  • All’interno di un’impresa funebre operano generalmente tre figure professionali riconosciute: necroforo, addetto al trasporto della salma e direttore tecnico.
  • Dalla preparazione delle salme al trasporto dei feretri: scopriamo cosa fa chi lavora nelle onoranze funebri.
  • Per lavorare in un’impresa funebre serve un mix ineludibile di competenze tecniche e soft skills. Non ci si può improvvisare, ma si può imparare attraverso corsi di formazione abilitanti.
  • Quella del necroforo è una figura ricercata e ben retribuita: lo stipendio, disciplinato dal Contratto collettivo nazionale del lavoro, dipende dagli anni di esperienza maturati e dai servizi richiesti.

L’attualità antica del necroforo

Fino a non molto tempo fa, lavorare in un’impresa funebre era avvolto in un alone di superstizione. E, in parte, lo è ancora oggi. I professionisti coinvolti venivano e vengono spesso chiamati gergalmente “becchini”, termine dai rimandi boccacceschi, la cui storia etimologica è molto particolare e altrettanto sconosciuta¹. 
In realtà, il necroforo (questo il termine corretto per riferirsi a una delle figure professionali che lavorano in un’impresa funebre) è una professione assolutamente dignitosa. Non solo: spesso sottovalutata, è in realtà molto richiesta dal mercato e foriera di opportunità per candidate e candidati di tutte le età, non solo giovani. Anche perché non vi sono barriere all’ingresso, in termini di studi fatti ed esperienza pregressa, ma offre l'opportunità di formarsi sul campo. Non ci si può improvvisare, ma si può imparare, insomma. A patto di avere motivazione, flessibilità ed empatia, in testa alle principali competenze richieste a chi vuole avvicinarsi a questo settore così peculiare. Scopriamo cosa fa chi lavora nelle onoranze funebri e quali sono le opportunità proposte. 

Cosa fa chi lavora nelle onoranze funebri?

Al giorno d’oggi, constatare l’effettiva morte del defunto non è più un’attività richiesta al necroforo, come anticamente facevano i becchini. Si tratta di pratiche molto delicate, svolte da medici specialisti e dagli infermieri delle aziende sanitarie locali. 
Quali sono, dunque, i ruoli di chi lavora in un’impresa funebre? Il mestiere del necroforo è ai più un mistero, questo perché il tema della morte rimane, per il mondo occidentale, ancora un tabù. Eppure, il settore funebre è un mercato in salute e in espansione: un made in Italy di cui si parla poco e malvolentieri, ma che funziona. In base alle ultime rilevazioni, il mercato fattura circa 2 miliardi di euro nel nostro Paese, tra servizi funebri e indotto cimiteriale. L'industria funeraria italiana vede oltre 4.500 imprese attive e dà lavoro a 25 mila occupati diretti e ad altrettanti indiretti. Le attività svolte dagli operatori dell’impresa funebre sono, infatti, molteplici: 

  • movimentazione, sigillatura e zincatura dei feretri;
  • ruoli di autista del mezzo funebre e portantino, ovvero chi si occupa del trasporto della bara; 
  • pulizia, preparazione e vestizione delle salme.

Nel novero delle attività di cui ci si occupa all’interno di un’impresa funebre c’è anche, ovviamente, il trasporto della salma: dall’abitazione privata o dall’ospedale alla casa funeraria ed eventualmente in chiesa per il funerale. Inoltre, in caso di incidente stradale, quando accade in comuni privi di servizio appaltato, gli operatori delle onoranze funebri vengono contattati dalle forze dell'ordine per il recupero delle salme dal suolo pubblico e il loro trasporto verso l'obitorio². Ci sono, infine, le mansioni d’ufficio, legate alla burocrazia, alla vendita di arredi mortuari o alla creazione e affissione dei manifesti funebri.

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L’importanza delle competenze in un’impresa funebre

Lavorare in un’impresa funebre, richiede tanto competenze tecniche, quanto abilità trasversali, le cosiddette soft skills. Non significa soltanto avere a che fare con la salma o essere reperibili giorno e notte. Si tratta, più ampiamente, di sostenere la famiglia del defuntoaccompagnando con discrezione le persone nel momento dell'addio e offrendo piccole attenzioni e gesti invisibili che contano e fanno la differenza. È per questo che la professione del necroforo richiede doti indispensabili quali: 

  • gentilezza; 
  • riguardo e tatto;
  • forte empatia e rispetto;
  • capacità di ascolto;
  • cura dei dettagli;
  • flessibilità e motivazione;
  • attitudine e capacità d’apprendimento.

In parallelo, sono richieste competenze tecniche. Per esempio, per la gestione virtuosa ed efficace dei vari adempimenti burocratici come la redazione della dichiarazione di successione o lo sblocco del conto corrente del defunto.

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I percorsi professionali per lavorare nelle onoranze funebri

Abbiamo parlato fin qui di necroforo. In realtà, a operare all’interno di un’impresa funebre sono principalmente tre figure professionali riconosciute:

  • necroforo;
  • addetto al trasporto della salma;
  • direttore tecnico.

Se per ricoprire i primi due ruoli è sufficiente la licenza media, per il direttore tecnico è richiesto il conseguimento del diploma. Ciò che, invece, accomuna tutti i profili è la necessità di frequentare corsi di formazione abilitanti. Come per il corso per necroforo, tutti i percorsi formativi sono regolati dalle normative regionali e possono variare da una zona all’altra d’Italia. 
Per quanto riguarda il Veneto³, la formazione per i soggetti esercenti l’attività funebre sono svolti da organismi accreditati elencati nella legge del 2002. La durata minima della preparazione teorica di base per tutti gli operatori incaricati di servizi funebri è di 15 ore ripartita su tre giornate. Al termine del corso e previo superamento di un test di verifica dell’apprendimento viene rilasciata l’attestazione che funge da qualifica professionalizzanteDurante i corsi vengono trattate varie tematiche, tra cui:

  • normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e in materia di privacy;
  • nozioni igienico-sanitarie nell'ambito dell'attività funebre e sistemi di sanificazione e disinfezione;
  • nozioni sui trattamenti conservativi delle salme e cadaveri e nozioni base della tanatoestetica;
  • inumazione, esumazione, tumulazione, estumulazione e tecniche di cremazione;


 

Non mancano, di norma, approfondimenti sulle modalità di assistenza e accoglienza clienti, sulla comunicazione empatica ed elementi di psicologia sociale.


 

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Un lavoro per tutti, ma non per tutti

L’industria funeraria è un comparto produttivo a pieno titolo e offre molte opportunità a livello occupazionale. Secondo un’analisi globale del suo andamento economico⁴, il mercato funerario mondiale si stima essere in continua crescita, conseguenza, tra gli altri fattori, dell’aumento della popolazione. 
Lavorare in un’impresa funebre è realmente una professione per tutti: non è, infatti, rara la possibilità d’impiego anche per chi non è più giovane. Tuttavia, non è per tutti: infatti, richiede un mix ineludibile di competenze tecniche e trasversali. Quella del necroforo, secondo gli ultimi dati, è una figura ricercata e ben retribuita: lo stipendio riconosciuto dipende dagli anni di esperienza maturati e dai servizi richiesti, ma è disciplinato dal Contratto collettivo nazionale del lavoro⁵. Come abbiamo visto, al momento dell’assunzione non è rilevante il possesso di un titolo universitario. Spesso, invece, la patente di guida di categoria B è un plus importante.


 

Il nostro gruppo è in cerca di nuove risorse, motivate e disposte a imparare, 
da inserire in squadra. 
Non è richiesta esperienza specifica nel settore: 
a tutti sarà garantita un’adeguata formazione.

Inviaci via e-mail la tua candidatura e il tuo cv.



 

NOTE

¹ Si ritiene che l’origine del termine “becchino” derivi dal mondo naturale. In biologia, vengono definiti becchini alcuni particolari insetti, nello specifico i coleotteri silfidi, che, prima di deporre le uova seppelliscono le carogne di piccoli animali come nutrimento per le larve. Nel Medioevo, la parola venne avvicinata all’usanza degli addetti funebri dell’epoca di accertarsi che il defunto fosse realmente morto. Pizzicando, o appunto “beccando”, i talloni o altre parti del corpo sensibili prima di procedere con la sepoltura. 

² La scelta di contattare un’impresa funebre rispetto a un’altra dipende non tanto dalla vicinanza al luogo del decesso, quanto dall’ordine di un elenco apposito, in mano alle Forze dell’ordine.

³ Per approfondire: Disposizioni applicative della Legge Regionale 4 marzo 2010 n. 18 “Norme in materia funeraria


 

⁴ Fonte: Death Care Services Global Market Opportunities and Strategies to 2030: COVID-19 Impact and Recovery 


⁵ Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, sottoscritto dalla associazione imprenditoriale FENIOF e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori FILT CGIL, FIT CISL e UILTRASPORTI